E’ da anni che scorrendo gli avvisi delle conferenze su temi
per lo più vicini al mondo classico e filosofico, una punta di desiderio di
poter partecipare mi ha spesso preso lo stomaco.
Le varie ed eventuali della vita però mi hanno sempre
frenato.
Ma.
Il 2022 è stato un anno fortunato perché mi ha riportato
accanto l’amica del cuore del liceo, Laura.
Studiosa a scuola, maniacalmente ordinata, sempre
accuratamente vestita, col tempo è diventata una splendida donna, realizzata
nella vita a tutto tondo.
Ci troviamo per caso in una cartoleria ed è l’inizio di una
rinnovata amicizia dapprima in sordina poi pian piano rispolverata ed ogni
volta più familiare.
A volte bisogna perdersi di vista per ritrovarsi meglio di
prima!
Un giorno suor Anna Maria delle Paoline, mi gira un invito
ad una conferenza sul libro “L’uomo e il divino” di Marìa Zambrano, in cui
interverranno Armando Savignano dell’Università di Trieste e curatore
dell’opera, Sara Bignotti, responsabile editoriale della casa editrice
Morcelliana ed il filosofo Massimo Cacciari, il tutto nella splendida cornice
della Chiesa di San Cristo del Centro Saveriano di Brescia.
Immediatamente penso a Laura, l’unica persona tra le mie
amicizie che potrebbe apprezzare e che nonostante un impegno, si dà da fare per
liberarsi e per poter partecipare.
Abbiamo entrambe bisogno di rivivere ciò che abbiamo
studiato, di approfondire, di ricordare e rianimare concetti, parole, pensieri
che almeno personalmente, non ho più potuto coltivare se non in solitaria attraverso la lettura.
Condividere con qualcuno un sapere, appreso da poco o già
sedimentato, permette di sverlarne nuovi aspetti, di comprenderlo ancora meglio
e ci arricchisce intellettualmente ed anche spiritualmente.
Ci incontriamo così entrambe “taccate” ed agghindate.
Durante il tragitto abbiamo consumato l’ossigeno intorno a noi per quante cose ci siamo
raccontate, il tutto ad una velocità quasi supersonica perché consapevoli che
durante la conferenza non avremmo potuto farlo!
Ammetto che l’intervento più atteso fosse quello di Massimo
Cacciari che ha richiamato molta gente all’appuntamento.
Un bell’uomo elegante e piacevole nell’esposizione e
comprensibile nonostante l’argomento trattato non fosse proprio leggero.
Partendo dal libro di Marìa Zambrano, acuta filosofa
andalusa, si è cercato di ricentrare il ruolo della filosofia che soprattutto in
questi ultimi anni, stenta a trovare una giustificazione di fronte alla scienza e alla vita e che si dirige vorticosamente verso un prepotente nichilismo.
Si è parlato della ricerca dell’aletheia come verità che non
nega l’ombra ma fa luce, che chiarifica il bosco oscuro, quel luogo di
nascondimento che va illuminato col pensiero e con le ragioni del cuore.
Il pathei mathos di Eschilo, la sofferenza eroica dell’uomo,
quel pathos che attraverso la parola disvela e rivela.
Dimentichiamo oggi l’infinito mentre la Zambrano cerca di
ritornarci, ella desidera giungere ad un sapere dell’anima per poter vedere
cosa c’è nell’oscurità, per ridare importanza alla parola come mezzo di
chiarezza.
Questi molto in breve i punti toccati durante la conferenza.
Mi sono appuntata anche alcuni nomi citati a me non noti,
tra tutti mi è rimasto impresso Antonio Machado, un poeta metafisico spagnolo
che andrò sicuramente ad approfondire.
Al termine della conferenza Laura disvela il nostro bosco
oscuro e con le parole mette in chiaro un concetto che sento mio..giusto per
rimanere sulla lunghezza d’onda della serata.
Ovvero avere le basi scolastiche per capire anche se non siamo filosofe.
Non ci siamo sentite un attimo fuori posto perché ogni
concetto è stato recepito, immagazzinato e ci siamo anche portate a casa
qualche nuova nozione.
Siamo tanto effervescenti da comprare il libro e da farcelo
autografare da Massimo Cacciari che molto carinamente ci chiede se ci occupiamo
di filosofia.
Laura candidamente risponde che siamo due ex liceali e che
quella stessa sera saremmo andate a casa con “ le mani piene”.
Detto meglio di così non si poteva!
Ed è proprio così che mi sento, con le mani piene, perché concludo
la serata con qualche conoscenza in più e con una condivisione del momento che
mi lascia un sorriso stampato sul volto.
Una condivisione non forzata ma apprezzata e compresa fino
in fondo.
Io e Laura .
Ci salutiamo con la promessa di ripetere l’esperienza.