E' possibile innamorarsi perdutamente di una città?
Sentirne la mancanza?
Avere un nodo allo stomaco nel sentire una musica che ce la ricorda?
Trasalire quando la si sente nominare?
Sì, è possibile ed accade, anche molto spesso e altrettanto spesso l'oggetto di tanto amore è Lei, Parigi.
Roma la nostra capitale è la città più bella del mondo, indiscutibilmente ha delle attrattive che non esistono altrove, pensiamo al Colosseo e alle meravigliose antichità romane.
Venezia, anch'essa con un'architettura sfarzosa ed un mare che la veste in modo così originale, è unica ed inimitabile.
Per dirne due di città ma l'elenco di bellezze sarebbe molto più lungo.
Eppure Parigi.
Parigi ha qualcosa che altrove non esiste, un'atmosfera o meglio una leggerezza nell'aria che a respirare riempie il cuore.
Ci sarà un motivo se tutti i grandi artisti prima o poi arrivano a Parigi e qui stazionano, producono e muoiono.
Fino ad una decina di anni fa non volevo saperne della Francia nè di Parigi, ero preconcetta sulla abbastanza famosa antipatia dei francesi che alla fine invece trovo esattamente uguali a noi bresciani, i parigini almeno, non saprei altrove.
Perchè il parigino è come noi di Brescia, poca confidenza, sempre di fretta e abbastanza musone.
Che poi qualcuno dice che sono pasticcioni..io direi che sono più pasticceri!
Come disse una volta il mio blasonato concittadino Iginio Massari, la Francia nella preparazione dei dessert è avanti anni luce da noi.
Perchè per l'italiano, il dolce è inscindibile dallo zucchero, per i francesi invece esso non comprende per forza l'edulcorante che schiavizza il cervello rendendoci drogati.
La frase " non posso fare a meno dei dolci" nasconde una dipendenza da tossico dipendente.
Guarda caso, eliminandoli e tenendo duro qualche giorno la voglia passa!
Non passa invece il desiderio di rivedere Parigi.
La prima volta in questa città è stata un colpo di fulmine.
E' una sera novembrina , scendiamo dalla Metro Chatelet Les Halles, mio marito brontola perchè la RER è troppo spartana, meglio un bel Van della Mercedes, di solito sono io la "fighetta" ma chissà come quel giorno siamo stranamente "invertiti".
Mi rivedo ancora con valigiona alla mano che percorro alcuni metri nel grigiore dei sotterranei metropolitani, poi salgo le scale ed il mio naso volto all'insù spunta per la prima volta sotto le facciate in ardesia dei palazzi parigini.
Mi rapisce l'eleganza degli edifici ma non solo, c'è una perfezione composta ed al contempo rilassata nelle geometrie che li fa sembrare donne bellissime che non hanno bisogno di trucco nè imbellettamenti perchè il loro essere E', esiste senza bisogno di conferme.
Un sorriso ebete si allarga sul mio viso, lo sento, viene da dentro, viene dal cuore, mi pervade e con esso la beatitudine e la sorpresa di un amore improvviso ed inaspettato.
Un amore che non si spegnerà negli anni avvenire ma che crescerà e che mi regalerà emozioni e felicità senza un fine.
Ascoltando Arabesque di Debussy...
Nessun commento:
Posta un commento